Aprite quella porta e capirete tanto. Contenitori di plastica meticolosamente impilati, carote scagliate alla rinfusa, pezzi di formaggio ammuffito abbarbicati a una bottiglia di champagne, barattoli di Nutella e gambi di sedano solitari, dicono molto più dei sociologi o dei numeri del Pil sullo stato reale del nostro Paese, sui suoi costumi famigliari, sulle sue mode e idiosincrasie. La giovane fotografa Ambra Zeni ne era convinta. E per qualche mese ha esplorato case di ogni condizione sociale, da quella operaia vibrante di figli a quella stilosa della top manager single, fotografando gli elettrodomestici aperti con i padroni accanto. I migliori «dittici» sono ora esposti a Milano nella mostra «Famiglia che vai, frigo che trovi», da lunedì fino al 27 settembre, al centro «Polifemo» (Via Procaccini 4).
Ma intorno allo stesso frigorifero ormai ruotano «nuclei sociali» molto diversi. Uomini e donne single per scelta o per separazione, conviventi, gruppi di amici che per lavoro o per studio vivono sotto lo stesso tetto. Ognuno è ben definito da come compra e conserva il cibo. I frigoriferi italiani, per esempio, continuano a essere ben riforniti di frutta e verdura, cibi freschi, rispetto ad America o Inghilterra dove le casalinghe disperate (oltre ai cadaveri dei mariti) stipano quintali di junk food.
Il maschio zitello o si presenta con ripiani desolati come l’Urlo di Munch o li riempie di cose inutili. Snack, conglomerati di conservanti e coloranti, bottiglie e lattine d’ogni genere insinuate persino negli scomparti delle uova. Sono il sintomo di un’alimentazione da ristorante, mense aziendali, happy hour, non certo da consigli strappati all’Artusi. E se per caso compaiono confezioni di alimenti più o meno simili allo stato di natura abbondano le porzioni monouso, care e antiecologiche.
Le donne, invece, dimostrano un’attenzione completamente diversa. Nel frigorifero delle casalinghe non manca mai nulla, regna un ordine matematico, a base di barattoli, vaschette, sculture di cellophane. E anche le donne single travolte dal lavoro, pur tenendo cibi da preparare in fretta con l’aiutino del microonde e la bomba calorica dolce per lenire la sindrome di Bridget Jones, non fanno mai mancare sane verdure bio e prodotti dietetici.
fonte:La Stampa
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