venerdì 5 settembre 2008

ll "mal di scuola" esiste veramente

Le vacanze estive finiscono e il primo giorno di scuola si avvicina. E in concomitanza con l'avvio delle lezioni ci sarà sicuramente un discreto numero di bambini delle materne ed elementari che lamenteranno mal di pancia, mal di testa, dolori e malesseri vari e perfino febbre. Disturbi, questi, che con tutta probabilità scompariranno durante il weekend. Si tratta del cosiddetto mal di scuola, che molti genitori considerano solo un semplice capriccio. Secondo un articolo pubblicato su LiveScience, però, quando i piccoli studenti trascorrono un po' di tempo senza andare a scuola è possibile che il disagio di ritrovarsi tutto a un tratto immersi «a tempo pieno» in una situazione poco famigliare si trasformi in sintomi fisici reali. L'ansia per la scuola assale indifferentemente bambini e bambine, in special modo quelli di 5, 6, 10 e 11 anni di età: tanto più lunga è stata l'assenza dai banchi, tanto più difficile è il rientro. Così, chiaramente, la riapertura delle scuole a settembre è il momento in cui si registra il maggior numero di casi, ma il fenomeno si presenta nel corso dell'intero anno. E così il piccolo piange, chiama la mamma e vuole ritornare a casa.Secondo Lori Crosby, del reparto pediatrico del Children's Hospital Medical Center di Cincinnati, a meno che non vengano identificati i sintomi di una malattia contagiosa o non sia effettivamente presente la febbre, i genitori dei bimbi in questione dovrebbero ugualmente mandare a scuola i propri pargoli. «In caso di dubbi è sempre consigliabile sottoporre i bambini a visita pediatrica», sottolinea la Crosby identificando alcune delle ragioni per cui i bambini sviluppano questa forma di malessere. Tra queste, oltre all'ansia da separazione dalla casa e dalla mamma, vi può essere il timore di essere rifiutati dai compagni, la paura di finire vittime dei piccoli bulli, preoccupazioni per qualcosa che riguarda la famiglia (mamma e papà che non vanno d'accordo), ansia per compiti e interrogazioni, problemi nell'apprendimento. In tutti i casi, i bambini devono essere supportati e aiutati, e in tal senso può valere la pena di rivolgersi a uno psicologo per un consiglio e parlare con gli insegnanti.
fonte: Corriere della Sera.it

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