
Evidenze scientifiche dimostrano che l’incidenza del Parkinson e di altre malattie del benessere resta più bassa in alcune regioni italiane dove ancora resiste la tradizione alimentare mediterranea», «isole felici» i cui abitanti sembrano protetti dalla dieta fatta di verdure, ortaggi, cereali e legumi.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che manda in tilt la coordinazione motoria fino a rubare al paziente la propria autonomia. In Italia vi sono almeno 280 mila pazienti, forse una sottostima perché molti anziani, spiega Stefano Ruggieri, professore di neurologia alla Sapienza, non sono diagnosticati. Aumenta inoltre il numero di persone colpite e diminuisce l’età di esordio: un malato su 4 ha meno di 50 anni.
L’aumento della malattia nei paesi occidentali dove si fa una dieta sbagliata, ribadisce Cannella, suggerisce che anche la dieta è importante: è possibile che individui geneticamente predisposti al Parkinson restino protetti da stili di vita sani, in primis la dieta ricca di antiossidanti (che si trovano in frutta e verdura). La dieta è importante anche per chi ha già la malattia, conclude Cannella: no a cibi di origine animale ricchi di proteine negli orari in cui si assume il farmaco levodopa poiché il suo assorbimento è contrastato dalle proteine.
fonte: La stampa
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