domenica 17 maggio 2009

A proposito di pensioni........

(Ripreso dal Gazzettino del 15 maggio 2009 - La parola ai lettori) Caro Gazzettino,
essendo venuto a conoscenza che i commessi del Senato vanno in pensione a 52 anni con ben 8 mila euro lordi al mese, mi sono domandato se il ministro signor Brunetta sta per caso dormendo? A me pare che i nostri politici (o politicanti) fanno di tutto per farci passare la voglia di andare alle urne. Certamente una volta raggiunti i loro scopi, non si renderanno conto che la maggioranza degli italiani non è dalla loro parte, al di là delle ideologie e delle scelte che ognuno può fare. Questa storia dei commessi è una questione di equità: come fa lo Stato a dare quelle pensioni e poi a chiedere sacrifici ai più poveri? Cordiali saluti.
Venerdì 15 Maggio 2009,
Quel "commesso" appena andato in pensione a 52 anni col 8.000 euro mensili lordi, è soltanto l’ultimo in ordine di tempo di un costosissimo esodo. Il bilancio di Palazzo Madama in due anni ha visto schizzare i costi per pagare le pensioni da 78 a 90 milioni di euro. Il tutto per garantire 598 ex dipendenti, con una media ciascuno di 133.695 euro l’anno: quindici volte una pensione media erogata dall’Inps! Il ministro Brunetta, però, non c’entra niente, può agitarsi quanto vuole ma non può fare nulla. Come tutti gli organi costituzionali, il Senato ha un regolamento proprio anche in materia pensionistica e non può metterci mano neppure il ministro, nonostante a pagare le spese del Senato provveda lo Stato. La normativa concede che chi è stato assunto prima del 1998 (in pratica 609 dipendenti su 1004) possa andare in pensione anche a 50 anni. Il dato forte, comunque, non è l’età, ma il fatto che la pensione sia calcolata non sul sistema contributivo (valgono gli anni di contributi versati) come accade a quasi tutti gli italiani, bensì sul sistema retributivo puro. Per esempio: un "commesso" con 30 anni di lavoro avrà diritto a percepire il 90% del suo ultimo stipendio:, non dovendosi pagare più contributi, a volte il netto della pensione è uguale o addirittura più alto dello stipendio. Si tenga forte: si tratta di ben 15 mensilità! Nessuno può modificare il meccanismo, il Senato ha la sua cassa pensionistica e solo il Senato può intervenire. Sarà forse anche per questo che mentre la Camera e lo stesso Quirinale hanno operato risparmi evidenti, il Senato ha conservato il suo tetto di spese. Certo questo "commesso" che ritira una pensione d’oro colpisce la fantasia. Siamo abituati ad abbinare la parola commesso a un dipendente subordinato, a un incaricato. Quelli della Camera e del Senato sfuggono all'etimologia, sono diversi: ce ne sono da aula con compiti di assistenza varia, di garantire l’ordine; altri stanno in tribuna stampa sempre con le stesse mansioni; altri ancora dove siede il pubblico. La funzione più visibile è anche quella più tipica: a Palazzo Madama i "commessi" stanno nell’anticamera. Ciò non significa che il lavoro non richieda responsabilità e preparazione. Anche se pare che le prove per la selezione non siano insuperabili. Certo il commesso colpisce la fantasia dell’italiano. A conoscere gli stipendi di molti funzionari del Parlamento si colpiscono altri sentimenti e si provocano reazioni meno legate alla fantasia. Anche se a certi funzionari è richiesta una preparazione notevole: pensate a quelli che assistono il presidente della Camera. Credere in un rapido cambiamento richiede una dose straordinaria di ingenuità: il principio fondamentale resta quello dell’autonomia degli organi costituzionali. Se è il Senato a decidere assunzioni e retribuzioni, solo il Senato può cambiare le regole. Il lettore è convinto che con questo sistema la classe politica si autocondanni perché prima o poi alla gente passerà la voglia di andare alle urne. E sbaglierà, perché l’assenteismo rafforza il potere di chi c’è e ne amplifica senza sforzo i privilegi. Se si vuole cambiare, devono essere gli elettori a farlo. Non saranno mai i senatori a togliersi di sotto la poltrona sulla quale si basa il loro privilegio. Credo che anche il ministro Calderoli che è stato chiamato a semplificare burocrazia e riforme, abbia poche speranze di vedere trasformato l’attuale Senato in Senato delle Regioni. Secondo lei i senatori sono disposti a perdere il diritto di dare o togliere la fiducia al governo? Saranno così generosi da regalare il loro unico vero potere elettorale?

6 commenti:

  1. E' una vergogna, uno schiaffo alla povertà!!!
    Io ho lavorato per una vita intera e cosa mi ritrovo? Una misera pensioncina.
    Baci, Mary.

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  2. Siamo tutti nella stessa barca Stella, tutti abbiamo sacrificato una vita intera e la famiglia, per poi ritrovarci a sentire quanto guadagnano chi ha fatto o fa meno di noi. Dipendenti pubblici, privati, tutti nella stessa situazione!

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  3. Non commento... ma fa pensare!
    Ma lo sai che il tuo blog è davvero interessante? ... e grazie per passare da me :-D . Buona settimana, Beta.

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  4. Grazie Beta, anche la tua visita mi fa molto piacere!

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  5. Sono indignata comunque ti faccio i complimenti per la pubblicazione dei tuoi post ciao Vanda

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  6. Indigna qualsiasi persona una legge del genere, cara Vanda! Purtroppo "loro" fanno leggi e leggine a proprio uso e beneficio!
    Alle nostre pensioni, quando aumentano 15/20 euro all'anno e' già troppo!!

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