Verrebbe da dire «candido», ma a ben guardare il massiccio restauro delle facciate interne di Palazzo Ducale ha (ri)svelato, oltre al candore del marmo anche tracce di una policromia che spesso si è dimenticata. Un esempio? La facciata nord, quella della chiesetta di San Nicolò, ovvero la chiesa privata del doge. L'esterno, invece, è un tripudio di diversi tipi di marmi, oltre 10, e tracce di lapislazzuli a sancire l'importanza conferita a questa «ala interna» del palazzo. La facciata nord, spesso «Cenerentola» del palazzo, si ripropone invece per quel che è, uno dei più antichi corpi di fabbrica del complesso dogale e "vero capolavoro - spiega Giandomenico Romanelli, direttore della Fondazione dei Musei Civici - di quel rinascimento veneziano ancora legato a Roma prima del rivoluzionario avvento di Sansovino».
fonte: Corriere della Sera.it
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