
Considerato che «ci sono in ballo alcuni milioni di euro che potrebbero essere stati lucrati indebitamente a danno della Rai e, quindi, dei contribuenti» a gennaio hanno deciso di vederci chiaro e presentato un esposto alla Procura. I fatti gli hanno dato ragione. Funzionava così: prima dell'inizio delle registrazioni, i pacchi venivano abbinati ai premi e sigillati, quindi portati in studio in pile da cinque. Anziché essere suddivisi in 4 gruppi per ordine numerico i pacchi entravano in ordine casuale. Come mai? La cosa non era passata inosservata ad alcuni concorrenti: proprio la particolare attenzione che mostravano verso quei numeri aveva ulteriormente incuriosito l'Unc. All'Associazione è bastato controllare lo svolgimento delle puntate per constatare che tutti quelli di una certa colonna avevano le vincite più alte. Il disordine dei numeri era solo apparente: partendo dall'alto verso il basso si trovavano i 50mila euro, i 70mila, i 100mila, i 250mila e gli agognati 500mila. Non un caso isolato, ma ripetuti episodi.
Da settembre a dicembre la cosa è andata avanti così: quelli che avevano capito, i più furbi, «non dovevano fare altro che memorizzare i due numeri più pacchi alla base di due pile», ha raccontato Dona, intervistato da Striscia la notizia. «Il gioco si basa sul presupposto che nessuno sappia cosa ci sia nei pacchi. Qui l'indizio c'era, ne hanno approfittato alcuni concorrenti per frodare la Rai e portarsi a casa un po' di soldini dei contribuenti». Scoperto l'inghippo però, presentato l'esposto, avviate le indagini e introdotto un nuovo allestimento le vincite medie si sono dimezzate.