sabato 19 settembre 2009

Elettronico e super veloce L’airbag per motociclisti

Dal cruscotto delle auto alla schiena dell’uo­mo. Per rivoluzionare il concet­to di sicurezza di chi va in mo­to. Non solo sulle piste ma, so­prattutto, sulle strade cittadi­ne. Perché se l’airbag compute­rizzato inserito all’interno del­le tute di Valentino Rossi o Marco Simoncelli è già una re­altà, presto potrà essere indos­sato come un semplice gilet da tutti i centauri. L’idea viene da lontano e, racconta Lino Dainese, il fonda­tore dell’azienda vicentina che l’ha sviluppata, potrà trovare le più diverse applicazioni: «È già da una decina d’anni che abbiamo capito che le tradizio­nali protezioni ispirate al mon­do naturale, cioè i corpetti e i paraschiena nati negli anni Set­tanta, non erano più sufficien­ti. La migliore soluzione per proteggere il corpo umano è l’aria. Non solo in caso di inci­denti sulle due ruote, ma an­che sulla neve, in tutti gli sport estremi, sul lavoro e per tutela­re meglio i bambini che viag­giano in auto». Tre sacchi protettivi monta­ti in quello che sembra un co­munissimo gilet, da indossare sopra il giubbotto o una sem­plice maglietta. Pronti a gon­fiarsi in 30 millisecondi per at­tutire l’impatto con l’asfalto di collo, torace e spina dorsale. La sfida più complicata è quel­la di fare in modo che gilet e motocicletta non abbiano al­cun vincolo fisico l’uno con l’altra, e che il loro dialogo sia il più possibile «intelligente»: «Esistono modelli in cui l’air­bag è collegato alla moto attra­verso una cordicella — spiega Dainese —. Si tratta di soluzio­ni primitive, il nostro D-air uti­lizza una tecnologia assai più sofisticata e puntuale, in cui l’attivazione delle protezioni viene gestito attraverso accele­rometri e giroscopi». fonte: Corriere Della Sera.it

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