Un anno in più al lavoro per 3.500 donne statali. E' l'effetto della nuova norma sull'età pensionabile sulle dipendenti della pubblica amministrazione. Da quest'anno l'età sale da 60 a 61 anni fino ad arrivare, nel 2018, a 65 anni al pari degli uomini, con l'aumento di un anno ogni biennio. Secondo le previsioni dell'Inpdap, seimila donne, in base alle vecchie norme, avrebbero lasciato il lavoro per il raggiungimento dei requisiti di vecchiaia, ma con il cambiamento della legge ne andranno via solo in 2.500. L'approvazione della norma è successiva al richiamo della Corte di giustizia europea che aveva intimato all'Italia di parificare i criteri pensionistici tra uomini e donne.
Riusciranno, tuttavia, ad andare comunque in pensione le lavoratrici che entro dicembre dello scorso anno hanno raggiunto almeno 60 anni d'età e 20 di contributi. Secondo le stime dell'Inpdap la nuova normativa porterà ad un risparmio, tra il 2010 e il 2018, di 2,5 miliardi, che andranno in un fondo istituito presso la presidenza del Consiglio per interventi sulle politiche sociali e familiari. A partire dal 2012 l'età pensionabile salirà a 62 anni, nel 2014 a 63, nel 2016 a 64 anni e nel 2018 a 65.
fonte: Il Gazzettino.it
Penso a quelle 3500 donne rimaste fuori, chissà quali stati d'animo...
RispondiEliminaMary, per determinati lavori delicati,non vedo bene la soglia dei 65 anni...
RispondiEliminaIo ho sempre lavorato con entusiasmo e operatività, ma negli ultimi anni avvertivo una certa stanchezza, soprattutto quando si usciva per musei o durante le gite scolastiche...
Ora mi dico: come riuscivo a fare tutto quello che ho fatto?
Sicuramente avranno un diavolo per capello, poverette!
RispondiEliminaBuona serata Angelo a.
Ciao Stella, anch'io a volte mi pongo la tua stessa domanda!
RispondiEliminaBuona notte!!